La storia dei lupi Ambrogio e Diana

Ambrogio significa “immortale” ed è il patrono di Milano, Diana è la dea della caccia, dei boschi e della luna, protettrice degli animali selvatici.

Questi sono i nomi scelti per i due lupi arrivati al Centro Monte Adone nell’aprile 2019 e che sicuramente raccontano un po’ delle loro storie alquanto particolari…

Nel pomeriggio del 23 Aprile 2019 Ambrogio, un esemplare di circa due anni, è stato tratto in salvo dai Vigili del Fuoco dalle acque del Naviglio Grande, a Milano.

Diana

Lo stesso giorno Diana, un esemplare femmina della stessa età, è stata salvata, sempre dai Vigili del Fuoco con il fondamentale ausilio del personale del servizio veterinario dell’A.T.S., nel canale di una centrale elettrica a Lonato, in provincia di Brescia.

Questi due salvataggi sono stati alquanto eccezionali per il territorio della Regione Lombardia dove, ad oggi, non si erano ancora registrati recuperi di esemplari di lupo vivi e feriti.

Proprio per questa ragione, entrambi gli animali sono stati inizialmente confusi per cani lupi cecoslovacchi e ricoverati nei canili sanitari delle due cittadine.

Non appena abbiamo appreso la notizia del salvataggio del lupo Ambrogio, abbiamo tempestivamente dato disponibilità ad accoglierlo all’interno delle nostre strutture; grazie anche ad una staffetta con gli amici del Piacenza Wildlife Rescue Center, il giovane lupo già il 24 aprile è stato ricoverato nell’area Just Freedom, del Centro Monte Adone.

Al suo arrivo Ambrogio era davvero stremato e sono stati immediatamente effettuati diversi accertamenti che hanno evidenziato una sindrome cardio renale acuta.

Nessuno potrà mai sapere dove il lupo sia caduto nel Naviglio e per quanto tempo abbia nuotato, ma nel tentativo di uscire dall’acqua, sicuramente lo sforzo prolungato e il conseguente calo di apporto sanguigno agli organi, ha causato un importante danno al cuore e ai reni.
Ambrogio ha dovuto seguire diverse terapie e il riposo è stato necessario per il suo pieno recupero; i controlli effettuati dopo la prima settimana di terapia intensiva hanno mostrato evidenti miglioramenti che hanno fatto ben sperare anche se i medici veterinari hanno raccomandato di proseguire le cure e molto riposo.

La lupa Diana è stata invece ricoverata al canile sanitario di Brescia per alcuni giorni, dove ha ricevuto le prime cure.

Il 29 aprile Regione Lombardia, che si è subito adoperata per trovare una soluzione idonea, ci ha segnalato la situazione, chiedendoci la disponibilità ad accogliere l’animale. Ci siamo così tempestivamente mobilitati per recuperarla la sera stessa.

Dagli accertamenti effettuati al momento del suo ricovero, si è evidenziata un’infezione delle vie urinarie e purtroppo i segni inequivocabili di un colpo di arma da fuoco.

Quest’ultimo ha provocato una frattura del gomito destro, ormai già consolidata; seppur dalle radiografie non sia stato possibile stabilire una data precisa dell’atto di bracconaggio, il callo osseo e la muscolatura della zampa hanno fatto risalire l’episodio a circa due mesi prima del suo ritrovamento.

Anche per Diana terapie e riposo sono state indispensabili per il suo pieno recupero.

Diana e Ambrogio

Durante il periodo di cura, al Centro Monte Adone Ambrogio e Diana hanno condiviso lo stesso box di degenza.
Questa scelta non è stata casuale ma dettata da opportune valutazioni e osservazioni comportamentali; la lupa Diana, infatti, al suo arrivo era particolarmente stressata e la vicinanza con un suo simile, anche in considerazione dell’importante ruolo che riveste la socialità in questa specie, ha contribuito a farle ritrovare un po’ di tranquillità.

Da prassi, durante il periodo di ricovero i lupi vengono monitorati 24 ore su 24 dalle telecamere di sorveglianza e il contattato diretto con l’uomo è ridotto al minimo necessario alle loro cure.

Mentre le condizioni di Ambrogio miglioravano, parallelamente qualcosa ha fatto preoccupare per la salute di Diana.

Da un lato l’infezione delle vie urinarie si è risolta grazie alle terapie ma dall’altro ha iniziato a mostrare una lieve rigidità nei suoi movimenti e una contrazione dei muscoli della testa.
Nella generale incredulità la diagnosi – tutt’altro che scontata – si è purtroppo rivelata chiara: tetano.
E’ una malattia mai segnalata nel lupo e che ha un periodo di incubazione di almeno una decina di giorni. Diana lo ha contratto al momento dell’incidente.
E’ così iniziato per lei un delicatissimo periodo di terapia intensiva con prognosi riservata. Diana ha richiesto un monitoraggio 24 ore su 24 e si è temuto seriamente per la sua vita.

Nonostante la gravità delle sue condizioni iniziali, Ambrogio in poche settimane ha avuto un incredibile recupero e gli ultimi controlli veterinari hanno confermato la sua guarigione.

Per permettere ai lupi di riprendere il loro viaggio laddove viene interrotto, è sempre raccomandato di rilasciarli il più vicino possibile al territorio in cui sono stati recuperati.

Il momento del rilascio del lupo Ambrogio

Vista l’eccezionalità del luogo del suo ritrovamento, per Ambrogio è stata identificata l’area naturale idonea, più prossima a Milano e a seguito del parere tecnico di Ispra, il lupo è potuto tornare in libertà.
Alcune settimane dopo il rilascio di Ambrogio, il recupero sorprendente di Diana ha spazzato via giorno dopo giorno le preoccupazioni e ha lasciato finalmente spazio all’ottimismo. Concluse le terapie ed effettuati gli ultimi accertamenti, dopo il parere tecnico di Ispra, anche per Diana è giunto finalmente il momento di tornare in libertà.

Entrambi i lupi sono stati dotati di un radiocollare GPS-GSM che permette di monitorarli anche grazie alla collaborazione con il Wolf Apennine Center.

Per entrambi i lupi il campione ematico inviato all’Area per la genetica della conservazione I.S.P.R.A., per l’effettuazione delle analisi genetiche, ha confermato la loro appartenenza alla popolazione italiana di lupo.
In molti si chiedono quale sia la loro provenienza ma è davvero difficile stabilirlo, è possibile solo fare delle ipotesi.

Va tenuto presente che i giovani lupi si allontanano dal branco di origine, durante la cosiddetta fase di dispersione, un periodo in cui possono compiere anche spostamenti di centinaia di chilometri alla ricerca di un nuovo territorio e di un altro esemplare con cui riprodursi.

Il momento del rilascio della lupa Diana

Vicende come questa ancora una volta ci insegnano l’importanza della rete tra enti; il lupo si sa, da sempre, porta con sé sentimenti estremi, e se da un lato divide l’opinione pubblica e politica, dall’altro ha anche il “potere” di porre le premesse per importanti collaborazioni.

Le operazioni di recupero e ritorno in natura di Ambrogio e Diana sono state infatti possibili grazie alla collaborazione con:

Regione Lombardia, E.R.S.A.F., A.T.S. Milano e Brescia, Vigili del Fuoco Milano e Brescia, Polizia Provinciale Brescia, Piacenza Wildlife Rescue Center, I.S.P.R.A., Carabinieri Forestali, Wolf Apennine Center, Parco Lombardo della Valle del Ticino, Università degli Studi di Pavia, Università degli Studi di Milano Bicocca

L’obiettivo principale del Progetto Lupo Monte Adone è sempre stato quello di creare un centro che potesse garantire il recupero, la cura e la riabilitazione dei lupi rinvenuti feriti o in difficoltà; oggi siamo molto orgogliosi di poter essere divenuti un punto di riferimento a livello nazionale.

L’area di riabilitazione Just Freedom, realizzata grazie alla donazione di Almo Nature e al 5×1000, è sicuramente stata fondamentale per il raggiungimento di questo importante traguardo.

Guarda il video che racconta la loro storia!

La storia di Ambrogio e Diana è raccontata in video grazie alla collaborazione con Federica Ruozi di POPCult , musiche Riccardo Nanni

 

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