La storia della lupa Agata

Agata è una giovane lupa ritrovata allo stremo delle forze all’interno di un fienile sull’Appennino Tosco Emiliano.
Come Centro abbiamo dato subito la disponibilità ad accogliere questo esemplare facendoci completamente carico delle sue cure; al momento del suo recupero Agata aveva circa 9 mesi e pesava solo 7 kg.

Al Centro è stata trasferita nell’area di riabilitazione Just Freedom, realizzata nell’estate 2014 anche grazie alla preziosa donazione di Almo Nature.
Le sue condizioni generali erano davvero critiche: era fortemente debilitata e colpita da una rogna molto estesa.

Nei primi giorni si sono infatti rese necessarie cure, terapie intensive e una continua assistenza; grazie alle telecamere di videosorveglianza Agata è stata monitorata giorno e notte, limitando il contatto con l’uomo al minimo necessario per la sua gestione.

Da subito Agata ha mostrato una grande voglia di vivere e ha iniziato a rispondere velocemente ai trattamenti; dopo i primi due mesi di degenza ha avuto la possibilità di conoscere il lupo Ares,un altro giovane lupo ricoverato al Centro e con il quale ha condiviso il periodo di riabilitazione.

Le analisi genetiche effettuate dal laboratorio dell’I.S.P.R.A. (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), hanno confermato che Agata appartiene alla popolazione italiana di lupo e nel frattempo le sue condizioni generali sono migliorate settimana dopo settimana.

Dopo alcuni mesi dal suo recupero Agata ha mostrato di aver recuperato completamente, mostrandosi totalmente schiva ed elusiva nei confronti dell’uomo, pertanto, a seguito dell’autorizzazioni necessarie, è stato organizzato il suo rilascio.

Prima di tornare libera nel suo territorio di provenienza Agata è stata dotata di un radiocollare GPS-GSM dotato di meccanismo drop off (sganciamento automatico), che ha permesso di essere monitorata dal Wolf Apennine Center, con cui il Centro ha in essere una consolidata collaborazione; il radiocollare, unito al prezioso lavoro dei tecnici del Parco, ha permesso di seguire gli spostamenti del lupo, di documentare la sua capacità di reinserirsi nell’eventuale branco di appartenenza e le eventuali rotte di dispersione.

Diversi mesi dopo la sua liberazione Agata è stata ripresa in natura in ottime condizioni da una fototrappola di Luca Mattioli che ci ha gentilmente fornito le immagini.

In un anno di monitoraggio telemetrico le informazioni raccolte tramite il radiocollare dimostrano il suo normale ritorno alla vita selvatica, si è calcolato che Agata, durante i suoi spostamenti abbia percorso oltre 2000 km frequentando un’area di circa 160 km2. Dalla tipologia degli spostamenti riteniamo non vada considerato un vero e proprio territorio (home range).

A poco più di un anno dal suo rilascio, il radiocollare ha inviato il segnale di mortalità.
Dall’autopsia effettuata è risultato che Agata sia stata vittima di un avvelenamento ed è stata uccisa da un colpo d’arma da fuoco al torace.

I dati ottenuti dal radiocollare GPS/GSM nei casi di bracconaggio si dimostrano essenziali per le indagini, infatti vengono trasmesse praticamente in tempo reale informazioni spaziali ad alta accuratezza che anche in questo caso hanno permesso ai Carabinieri Forestale NIPAF di avviare un’indagine.

Si stima che il bracconaggio in Italia uccida ogni anno centinaia di lupi e insieme agli incidenti stradali è una delle principali cause di morte di questa specie. Tuttavia, nonostante l’ampia diffusione, i casi di condanna per bracconaggio sono molto rari.
In alcuni casi il bracconaggio viene usato come atto dimostrativo per la disapprovazione di politiche gestionali che possono e devono essere migliorate.
La storia di Agata la lupa è raccontata in video grazie alla collaborazione con POPCult, regia Andrea Dalpian – musiche 7_floor

GUARDA IL VIDEO DELLA STORIA DI AGATA

Questo video è dedicato ad Agata e a tutti i lupi che come lei sono stati vittime dell’ignoranza e della mistificazione, nella la speranza che la loro morte non sia stata vana e che possano continuare ad essere importanti ambasciatori per la loro specie; il nostro intento nel raccontare le loro storie è di far conoscere correttamente il lupo, sfatando allo stesso tempo numerosi pregiudizi che lo riguardano.

 

 

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