La storia del lupo Geronimo

A fine dell’estate 2019 siamo stati contattati dagli agenti della Polizia Locale della Città Metropolitana di Bologna per il soccorso di un cucciolo di lupo di circa 4 mesi, rinvenuto gravemente debilitato e ormai inerme in prossimità di un fienile, nel territorio di San Benedetto Val di Sambro (BO).

Le condizioni cliniche del cucciolo al momento del suo ricovero erano molto critiche: era ipotermico, fortemente sottopeso (6,8 kg) e presentava rogna molto estesa; anche gli accertamenti diagnostici immediatamente effettuati hanno mostrato un quadro complesso e il lupo è risultato altresì positivo alla ricerca del Parvovirus felino.

Per questo cucciolo, soprannominato Geronimo, è iniziato un delicato periodo di terapia intensiva durante il quale si è reso necessario fare anche una trasfusione di plasma. La sua gestione è stata piuttosto impegnativa per il Centro; dopo i primi giorni di degenza, monitorato 24 ore su 24, il cucciolo ha mostrato una graduale e costante ripresa, sia a livello clinico che comportamentale. 

Mentre Geronimo era ricoverato presso le nostre strutture, congiuntamente alla Polizia Locale e con il prezioso aiuto degli amici Letizia e Luca Iorio, abbiamo posizionato alcune videotrappole in prossimità del sito di ritrovamento grazie alle quali abbiamo avuto la conferma della presenza di un altro cucciolo e di altri individui adulti verosimilmente facenti parte del suo nucleo famigliare.

A quattro settimane dal suo ricovero, il cucciolo, completamente guarito dalla rogna, ha recuperato muscolatura (2 kg di peso) e mobilità nonché il comportamento tipico della specie; inoltre gli ultimi test effettuati prima del rilascio sono risultati negativi per la ricerca del Parvovirus.

Le analisi genetiche svolte dal laboratorio dell’ISPRA hanno inoltre identificato l’animale come appartenente alla popolazione italiana di Lupo.

In virtù delle pregresse esperienze, è noto come un rilascio precoce sia fondamentale per evitare l’insorgere di una condizione di stress e per aumentare le probabilità che il cucciolo possa riassociarsi al branco di appartenenza. Così Geronimo, dopo circa un mese dal suo recupero, è potuto tornare in libertà.

Grazie alla fattiva collaborazione con il Wolf Apennine Center, per la prima volta in Italia un cucciolo di soli 4 mesi è stato dotato di un collare gps. Le dimensioni del cucciolo hanno imposto la realizzazione di un collare piccolo e leggero, preparato dal Dott. Luigi Molinari del WAC per staccarsi nell’arco di un mese circa, per permettere di seguire i primi spostamenti del lupo e per documentarne l’eventuale associazione al branco di appartenenza.

Un ringraziamento sentito al Dott. David Bianco, Responsabile Area Ambiente dell’Ente di Gestione per i Parchi e la Biodiversità Emilia Orientale, che ha messo a disposizione una tag auricolare gps, del peso di soli 25 gr, che è stata applicata al collare per offrire una possibilità in più di monitoraggio del lupo.

Nelle settimane successive al rilascio, Geronimo è stato da noi monitorato congiuntamente alla Polizia Locale, al Wolf Apennine Center e al prezioso aiuto di Luca e Letizia Iorio. Grazie ai dati ricevuti dal collare e al posizionamento di alcune videotrappole, abbiamo avuto la possibilità di seguire gli spostamenti del lupo, accertarne le buone condizioni generali e la riassociazione al branco di appartenenza.

Alla fine del mese di Ottobre 2019, i dati satellitari acquisiti dal collare hanno mostrato che il lupo non si spostava più, pertanto, congiuntamente agli agenti della Polizia Locale della zona di sorveglianza 8, abbiamo fatto un sopralluogo di verifica durante il quale purtroppo abbiamo rinvenuto Geronimo deceduto in un campo, ai margini del bosco. 

Viste le evidenti lesioni cutanee che mostrava il lupo, soprattutto nella regione della testa, del collo e di un fianco, è stato effettuato uno studio radiografico per evidenziare l’eventuale presenza di colpi d’arma da fuoco; la carcassa è stata quindi consegnata alla sede di Bologna dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia Romagna “Bruno Ubertini” affinché fosse effettuato l’esame autoptico, che ha confermato quanto già evidenziato dalle radiografie: Geronimo è morto a causa di uno o più colpi di arma da fuoco.

I dati ottenuti dai radiocollari nei casi di bracconaggio si dimostrano essenziali per le indagini, infatti vengono trasmesse praticamente in tempo reale informazioni spaziali che anche in questo caso hanno permesso alla Polizia Locale di avviare un’indagine.

Si stima che il bracconaggio in Italia uccida ogni anno centinaia di lupi e insieme agli incidenti stradali è una delle principali cause di morte di questa specie. Tuttavia, nonostante l’ampia diffusione, i casi di condanna per bracconaggio sono molto rari.

Tra le cause di morte del lupo vi sono anche patologie che possono essere trasmesse dagli animali domestici non vaccinati, come il cimurro e la parvovirosi.

Le occasioni di contagio possono essere diverse, fondamentale e doveroso  è NON lasciare cibo agli animali selvatici e non lasciare cibo incustodito per i propri animali domestici, perché questo funge da attrattivo e può creare anche fenomeni di abituazione che possono mettere a rischio sia gli animali selvatici che domestici.

La storia di Geronimo, in questo senso, ci insegna molto. Lui e i suoi fratelli sono stati avvistati più volte in prossimità del cibo lasciato ad un gruppo di gatti (non vaccinati) e lui, così come probabilmente anche i suoi fratelli, hanno contratto il Parvovirus; soltanto uno dei cuccioli è sopravvissuto. 

Seppur con le migliori intenzioni, lasciare cibo agli animali selvatici e lasciare cibo incustodito per i propri animali domestici, rappresenta un problema dai risvolti molto più gravi di quanto comunemente si pensi.  Lasciare cibo, infatti, può alterare le dinamiche tra animale domestico e selvatico aumentando il rischio sanitario per entrambi nonché di conflitto con l’uomo e pertanto anche di possibili episodi di bracconaggio.

GUARDA IL VIDEO DELLA STORIA DI GERONIMO

La storia di Geronimo è raccontata in video grazie alla collaborazione con Federica Ruozi di POPCult , musiche Riccardo Nanni

 

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