Nel 1996 è entrato in vigore il Decreto del Ministero della Transizione Ecologica (lista dei cosiddetti “animali pericolosi”) che elenca tutte le specie che possono costituire un pericolo per la salute e l’incolumità pubblica e per le quali è proibito il commercio; tra queste specie è stato inserito anche il procione (Procion lotor), anche conosciuto come orsetto lavatore, come possibile veicolo della rabbia, nota patologia molto pericolosa per l’uomo.
Fino a quel momento il procione era stato liberamente importato e venduto anche in Italia e tante famiglie lo avevano scelto come animale d’affezione.
In seguito all’uscita del Decreto Ministeriale molti sono stati i privati cittadini che non si sono messi in regola denunciando il possesso del proprio animale alle Prefetture.
Inoltre, molti di coloro che avevano deciso di acquistarne uno, poco sapevano della loro indole, ignoravano le loro esigenze e per questi motivi spesso i procioni detenuti in cattività sono scappati o sono stati incautamente abbandonati nel nostro ambiente contribuendo a creare quello che oggi sta diventando un problema sempre più rilevante: il procione è un animale estremamente adattabile e “opportunista” e, pur non essendo il nostro il suo habitat naturale, si è perfettamente adattato e riprodotto tanto da essere ormai considerato una specie alloctona. Questo accade soprattutto a nord del fiume Po, in particolare nella regione Lombardia, dove ormai da diversi anni sono stati avvistati numerosi esemplari allo stato selvatico; come accade per le altre specie alloctone (scoiattolo grigio, nutria, tartaruga californiana “dalle guance rosse”, ecc.), anche la presenza di questi animali sul territorio rappresenta un serio danno all’equilibrio del nostro ecosistema.
Negli anni il Centro ha ospitato diversi esemplari di procione per lo più trovati abbandonati sul territorio e, in altri casi, sequestrati dal Corpo Forestale dello Stato a chi li deteneva senza la necessaria regolarizzazione.
Ad oggi ne ospitiamo 12 esemplari provenienti dal Nord Italia e dal Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi.