Progetto lupo Monte Adone

copertina progetto

Negli ultimi anni si è assistito ad un notevole incremento della popolazione della specie Canis lupus, talvolta anche a ridosso delle zone antropizzate.

Questo fatto ha portato ad un conseguente incremento anche dei ritrovamenti di esemplari feriti e/o in difficoltà (incidenti stradali, bracconaggio, avvelenamenti, ecc..) che diverranno presumibilmente sempre più frequenti.

Il Centro infatti, in questi anni di attività, ha gestito il recupero, la cura e la riabilitazione di sette esemplari di lupo (provenienti anche da altre Province), di cui tre solo nell’anno 2012. In queste situazioni il Centro si è rivelato un valido punto di riferimento, intervenendo tempestivamente ed efficacemente nella gestione di queste emergenze che spesso faticano a trovare soluzioni altrettanto valide e competenti.

Ad oggi esistono diversi progetti di prevenzione danni, monitoraggio, studio e ricerca inerenti questa specie, tuttavia, premesso tutto ciò, riteniamo sia necessario agire in tempo utile attraverso lo sviluppo di un coerente progetto che affronti in maniera efficace l’aspetto più concreto e complesso della gestione di questa specie, ovvero il recupero, il soccorso, la cura, la degenza, la riabilitazione degli esemplari rinvenuti feriti o in difficoltà nonché il loro reinserimento in natura e l’eventuale monitoraggio.

Il Centro, attraverso lo sviluppo del Progetto Lupo – Monte Adone, intende dare risposta a questa crescente necessità del nostro territorio creando una struttura ad hoc per la gestione di questa specie nel rispetto delle sue peculiari particolarità.

All’interno di un’area dedicata, particolarmente aderente agli habitat abituali del lupo, lo sviluppo del Progetto prevede specifici obiettivi:

  • Realizzazione struttura di prima accoglienza con infermeriadedicata e degli annessi recinti per la breve degenza (collegati al recinto di riabilitazione già esistente)
  • Sviluppo attività didattiche e divulgativefinalizzate alla sensibilizzazione della comunità
  • Sviluppo attività di ricerca scientifica
  • Specifico spazio dedicato all’interno dei canali internet del Centro

Un recinto dedicato alla riabilitazione (di 1200 mq) è stato realizzato nell’aprile 2012 a seguito della necessità contingente di completare l’iter riabilitativo di un esemplare in degenza.

Si valuterà in un secondo momento l’eventuale bisogno di creare un ulteriore recinto adibito a questo stesso scopo. Riteniamo che il progetto possa interessare e coinvolgere non solo la Regione Emilia Romagna, ma anche le regioni confinanti che condividono le medesime problematiche. In questo senso crediamo sia fondamentale il coinvolgimento delle Province e dei Comuni direttamente chiamati in causa nella gestione del lupo, nonché dei Parchi Regionali, Nazionali o di altre realtà che già si occupano della specie e che tuttavia nella maggioranza dei casi sono privi di un centro di recupero di riferimento idoneo all’accoglienza degli esemplari feriti.

La finalità del Progetto Lupo Monte Adone è quindi creare un centro di riferimento specializzato nel recupero, nel soccorso, nella cura, nella degenza, nella riabilitazione e nella reintroduzione in natura degli esemplari rinvenuti feriti o in difficoltà, da un lato offrendo una concreta risposta al problema della gestione pratica di tutte queste fasi, dall’altro favorendo lo sviluppo di progetti di studio e ricerca sulla specie nonché sensibilizzando la “pubblica opinione” attraverso azioni specifiche, messe in atto tanto sul territorio quanto attraverso i “media” e in particolare attraverso la rete internet.

Realizzazione struttura di prima accoglienza con infermeria dedicata e degli annessi recinti per la breve degenza (collegati al recinto di riabilitazione già esistente)

Il Centro nell’aprile 2012 a proprie spese e grazie al contributo del “5 per mille dell’irpef” ha realizzato il recinto per la riabilitazione in un’area isolata.

Il recinto ha una superficie totale di 1200 mq: per metà comprende un’area boschiva e per metà un’area aperta di prato; al suo interno è stata adibita una tana con rocce naturali. La recinzione realizzata con rete in acciaio a tripla torsione, è alta circa 2 mt con un antisalto rientrante di circa 70 cm ed è interrata per ben 80 cm. Il costo complessivo per la realizzazione del recinto è stato di circa 13 mila euro.

Sino ad oggi il Centro ha accolto gli esemplari feriti utilizzando oltre la già esistente infermeria diverse strutture idonee alla detenzione di animali pericolosi.

Chiaramente la realizzazione di una specifica area dedicata permetterà una gestione ottimale di questa specie, le cui esigenze e caratteristiche comportamentali richiedono attenzioni del tutto peculiari durante tutte le delicate fasi della degenza e della riabilitazione. All’interno dei box della struttura di prima accoglienza (a temperatura controllata) verranno ospitati i lupi durante il periodo di cura e terapia; la presenza dell’infermeria darà la possibilità ai veterinari di effettuare i necessari controlli senza spostare gli animali. Tramite un’apertura scorrevole, dai box è previsto l’accesso diretto ad un’area esterna di ambientamento che permetterà di poter iniziare la riabilitazione motoria degli esemplari in uno spazio dove lo staff potrà tenere facilmente monitorati gli animali potendo intervenire più agevolmente in caso di necessità.

Grazie alla presenza di un tunnel, queste aree esterne saranno collegate direttamente al recinto di riabilitazione dove gli animali verranno trasferiti non appena il loro percorso riabilitativo lo richiederà.

Nell’estate del 2014, questo progetto ha catturato l’attenzione di Almo Nature azienda leader nella produzione di pet food che, spinta da una filosofia di profonda attenzione verso il loro benessere, attraverso il suo “aLmore Fund Europe”, ha deciso di finanziarne il completamento delle strutture esclusivamente dedicate al recupero, alla cura, alla riabilitazione e al reinserimento in natura di lupi ritrovati feriti, in difficoltà o vittime di atti di bracconaggio.

Nell’ottobre 2014, grazie al finanziamento ricevuto da Almo Nature e al contributo del “5 PER MILLE DELL’IRPEF”, è stata inaugurata la struttura Just Freedom, una nuova area interamente dedicata alla cura e alla riabilitazione dei lupi. .

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Progetto Lupo – Sviluppo Attività didattiche e divulgative

Il Progetto Lupo – Monte Adone, attraverso lo sviluppo delle attività didattiche e divulgative previste, ha la finalità di offrire un contributo all’interno del più ampio ambito della gestione e della mitigazione dei conflitti, reali e potenziali, tra questo predatore e le categorie più sensibili(allevatori, cacciatori, residenti, turisti). Il Progetto si pone quindi l’obiettivo di approntare efficaci azioni di educazione e divulgazione al fine di diffondere una migliore conoscenza del predatore anche al di fuori delle aree protette, attraverso mostre didattiche e iniziative di interpretazione naturalistica in affiancamento alla ricerca scientifica.

Il progetto prevede diverse azioni di educazione e di divulgazione:

  • l’organizzazione di conferenze, incontri e interventi di educazione ambientalepresso gli istituti scolastici, con particolare attenzione ai territori ove si riscontra la presenza del lupo;
  • incontri tematici e percorsi didattici in ambiente naturalepresso Aree Protette e riserve naturali, con particolare riferimento al Sito di Interesse Comunitario del Contrafforte Pliocenico;
  • escursioni e visite guidate sulle tracce del lupo, con individuazione di siti per l’osservazione della fauna selvatica in natura e affiancamento alle attività di ricerca sia del pubblico che di operatori turistici e di personale proveniente dalle Aree Protette italiane ed europee;
  • organizzazione di mostre didattiche fotografiche.

L’obiettivo è raggiungere un volume comunicativo tale da soddisfare l’elevata richiesta di informazione sul tema in oggetto e, al contempo, porsi come un modello di ricerca e gestione integrata di una specie problematica e interessante quale il lupo nei confronti di amministrazioni ed enti preposti alla tutela della biodiversità.

Sviluppo attività di ricerca scientifica

La sezione dedicata alla ricerca scientifica del Progetto Lupo – Monte Adone nasce dall’esigenza di acquisire maggiori conoscenze nel campo del monitoraggio degli esemplari di Canis Lupus reinseriti in natura a seguito di interventi di soccorso, un universo caratterizzato da notevoli interrogativi sulla capacità di reinsediamento in branchi selvatici e sull’effettivo recupero della condizione fisica necessaria per la sopravvivenza in ambiente.

I risultati attesi, oltre a chiarire aspetti fondamentali sotto il profilo scientifico, presentano un potenziale elevatissimo sul fronte della divulgazione e della human dimension, essendo la conservazione del Lupo intimamente connessa ad aspetti socio-politici oltre che strettamente biologici. In particolare per quanto concerne la mitigazione del conflitto percepito tra uomo e lupo, demistificandone l’immagine mostrando “da vicino” gli aspetti quotidiani della vita del predatore si cerca di ricomporre lo iato tra la “bestia antropofaga” di derivazione medioevale (che ancora pervadeva le descrizioni pseudoscientifiche fino agli anni ‘60 del XX secolo) e l’elusivo carnivoro che popola i nostri boschi, costituendo l’elemento chiave di un ritrovato equilibrio ambientale.

Genesi del progetto

L’iniziativa fa seguito alle esperienze maturate dal Centro durante gli ultimi dodici anni di attività, che hanno visto il recupero e la consecutiva degenza di ben sette esemplari, di cui tre solo nel 2012.

La frequenza di tali situazioni rende prioritaria l’istituzione di un progetto di ricerca che prenda in considerazione la riabilitazione e la reintroduzione di questi esemplari e che ne porti avanti successivamente un accurato monitoraggio in natura. Lo studio accurato dei singoli casi durante il periodo riabilitativo produrrà inevitabilmente una notevole mole di dati inediti, approfondendo un campo fino a questo momento quasi completamente inesplorato.

Va sottolineato che questo specifico campo d’indagine risente di una grave carenza di apporti scientifici nazionali e internazionali. Gli studi sui casi di recupero e degenza sono troppo pochi e dunque irrilevanti a livello statistico.

Aspetti scientifici 1: fasi del recupero, degenza, riabilitazione

Un aspetto primario della ricerca riguarderà l’acquisizione dei dati relativi ai singoli casi di studio durante la degenza, a partire dal momento del recupero (località del ritrovamento, aspetti clinici, cause della debilitazione, tempi e caratteristiche del recupero post-traumatico, indici di stress e modalità terapeutiche). Particolare attenzione sarà posta agli aspetti etologici e alle modalità di “minima interazione”, al fine di standardizzare un protocollo di lavoro in grado di massimizzare il successo in fase di reinsediamento.

Aspetti scientifici 2: monitoraggio “after release”

L’obbiettivo della ricerca è rappresentato dal monitoraggio degli individui in natura dopo il recupero e il periodo di degenza/riabilitazione e dalla verifica della sopravvivenza a medio termine nel loro ambiente naturale. Ci si propone di monitorare inoltre le modalità di uso del territorio e l’eventuale dispersione. Il fine consiste nell’individuare le strategie utili a massimizzare il successo in fase di reinsediamento, contribuendo a garantire la conservazione di questa specie e, attraverso una corretta divulgazione dei dati relativi ai singoli casi di studio, a limitare eventuali conflitti con le attività antropiche. Le tecniche di elezione per questo genere di indagini sono il radio tracking, il monitoraggio degli animali muniti di radiocollare GPS e il fototrappolaggio; possono costituire utile integrazione indagini genetiche su campioni non invasivi.

Chiaramente lo studio telemetrico, insieme ad approfondimenti effettuati con la tecnica del trappolaggio fotografico, la genetica non invasiva e una elaborazione dei dati in ambito GIS possono permettere una buona documentazione delle capacità di reinsediarsi dell’esemplare

Collaborazioni e aspetti complementari

Nell’ambito della ricerca ci si propone di concretizzare le seguenti iniziative:

  • apertura alle collaborazioni universitarie al fine di produrre progetti di tesi e dottorati di ricerca in argomento;
  • sviluppo di uno studio statistico dei casi di bracconaggio prima e dopo la degenza e la reintroduzione;
  • approfondimento sui casi di conflitto tra lupi reimmessi in natura e attività zootecniche ed eventuale individuazione di misure di prevenzione tramite confronto con le autorità e i diversi stake-holders;
  • analisi della human-dimension.

Specifico spazio dedicato all’interno deI Canali Internet del Centro

Il progetto potrà avvalersi di propria specifica visibilità internet garantita sia dall’apposita area dedicata all’interno del nuovo sito web del Centro, sia dalle presenze sui social network che il Centro da tempo cura quotidianamente. In particolare il gruppo Facebook, forte di oltre 4000 membri attivi, rappresenta un punto di forza ormai considerevole nella comunicazione web. L’enorme visibilità raggiunta dal video della storia del lupo Navarre, pubblicato attraverso Youtube, ha confermato l’importanza anche di questo canale di comunicazione che merita quindi ulteriori sviluppi coerentemente con le necessità e l’opportunità rilevate dal Centro. è chiaro che la grande attenzione rivolta tanto al proprio sito, quanto alle proprie presenze sui social, potrà garantire una capillare diffusione delle informazioni inerenti il progetto ed una conseguente efficace informazione e sensibilizzazione dell’utenza internet interessata.

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